• 29 Gennaio 2025
Itinerari

Dai monti Frassesi mi avventuro lungo le strade che da Prata portano fino all’antico borgo di Biturano, che risale al IX secolo ed attuale Vitulano. Adagiato alle pendici del Taburno ci immaginiamo come sia stato lo scontro tra Aragonesi ed Angioini nel 1437. Vitulano, conta di circa tremila abitanti e la sua posizione ai piedi dei monti Camposauro e Pentime, può vantare di un fascino raro ed unico. Chi si avventura verso questo paesino come prima gemma storico culturale vede saltare agli occhi i ruderi della Madonna della Grotta, un’abbazia dei benedettini che risale al 940 e che fu un rinomato centro non solo spirituale ma anche economico e culturale. Con i bombardamenti della Seconda guerra mondiale l’abbazia fu devastata insieme alla ricca biblioteca del monastero che rappresentava un bene prezioso dei benedettini.  Nel 1456 un terremoto distrusse il paese Tocco e Vitulano divenne al suo posto il centro economico del luogo tanto da diventare Stato di Vitulano e comprendere i due maggiori comuni (Universitas) Santa Maria Maggiore e Santa Croce. Nel 1832 le due universitas si unirono, Vitulano arrivò a contare venti propri casali, ossia venti piccoli comuni, agglomerati urbani con almeno una chiesa, una residenza gentilizia e le abitazioni del popolo. Dunque, Vitulano divenne una cittadina forte e ricca con palazzi e chiese appartenenti ai venti casali.  Fu costruita una chiesa, SS. Trinità a rappresentare l’unità dei vitulanesi. Ogni anno ancora oggi si rinnova la devozione per San Menna solitario, un eremita del VI secolo che si ritirò nelle montagne vitulanesi. Nel 1440 San Bernardino da Siena fondò il convento della Santissima Annunziata comunemente detta di Sant’Antonio che fino alla metà del XIX secolo rientrava nel territorio della parrocchia di San Ciriaco di Foglianise ma con la formazione dei comuni nel 1852 il convento rientrò nel territorio di Vitulano. Territorio esteso quello di Vitulano che offre paesaggi naturalistici e ricchi di storia. Il suo popolo è dedito alla coltivazione di vigneti e oliveti con la produzione di eccellenti vini e oli. Anche la pastorizia porta alla distribuzione di ottimi formaggi. Inoltre, i numerosi castagneti fanno sì che ogni anno con la raccolta di castagne si possano creare dei dolci particolarissimi di questa terra a base appunto di castagne. Altra risorsa, il prestigioso marmo di Vitulano, caratterizzato da venature di colore rosso che fu in passato utilizzato per la realizzazione della reggia di Caserta. Continuiamo il tour…

«Là del Taburno a l’ultima pendice
tra infranti torri appare un paesetto
dai Longobardi eretto
sopra un gruppo di sassi ameno ed erto
ed al furor sempre de’ venti aperto……
……un borgo su l’altura levato, in vecchio stile,
col bruno suo maniero e ‘l roseo campanile:
è
Torrecuso.»

(Antonio Mellusi)

Antonio Mellusi scrittore, storico e politico nato a Torrecuso nel 1847 descriveva il suo bel paese decantandone l’importanza acquisita con la costruzione da parte dei Longobardi del Castello a difesa e guardia della città di Benevento, allora capitale del Ducato Longobardo del Centro-Sud. Probabilmente il paese prende il nome da “Torus” o “Toronis” che significa altura o colle, dove è appunto posto il paese; da “Torus” poi il diminutivo “Torricolus” per arrivare a Torrecuso. Il castello domina sul borgo medievale con le sue imponenti tre torri, così come possiamo ammirare le stesse torri sullo stemma del paese. Immergendosi nel centro storico dell’antichissimo borgo ci si lascia incantare da immagini storiche dettate dai viottoli, dalle scalinate strette e alte da innumerevoli piccoli archi in pietra, dalle due piazze dinanzi alle due chiese del centro. Sembra che il tempo si sia fermato al passato e pare si possa annusare nell’aria l’odore dei viottoli ascoltando come rievocazioni leggendarie le storie raccontate dai vecchi abitanti del paese di quanto sia stato considerato forte questo luogo in difesa dai nemici di quel tempo. Percorrendo le strade non si può non visitare le maggiori bellezze del luogo come Il Palazzo Caracciolo–Cito, nato dalla trasformazione dell’antico castello a tre torri. Il Ponte Foeniculm (Ponte Finocchio) costruito su di un’arteria della Via Latina, la Chiesa della SS. Annunziata risalente al XV secolo e la Chiesa di San Liberatore databile al XV secolo circa. Ogni pietra costruita risuona nella storia con note preziose che riportano a gesta e arte, a cultura e storia. Torrecuso come Paupisi e tutti i territori che fanno parte della vallata ai piedi del Taburno vanta la produzione di buon vino e olio, ed è per questo sede della Filiera Enogastronomica del Sannio e della Scuola del Gusto.  Lungo la strada che percorro ai piedi del Taburno mi fermo in un piccolo campo e poco distanti ci sono abitazioni sparse che fanno parte di Santo Stefano, frazione di Vitulano che conta meno di cento persone, scambio qualche parola con il nonnino che all’ora ormai di pranzo rientra dal suo orticello. Un saluto accompagnato da un sorriso e mi soffermo a guardare la maestosità della bella dormiente che distesa sembra appisolata sulla vallata fatta di sogni e di storie antiche.

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.