• 21 Novembre 2024
La mente, il corpo

Inizialmente doveva essere un volumetto agile e di piccole dimensioni. Ed invece è diventato, durante la scrittura, un corposo, articolato e documentatissimo saggio, oltretutto di stretta attualità. Parliamo di L’uomo residuo. Cancel culture, politicamente corretto, morte dell’Europa, pubblicato nei mesi scorsi da Il Cerchio, a firma di Valerio Savioli e con prefazione di Francesco Borgonovo. A raccontare la genesi e lo sviluppo del suo lavoro, che è pieno zeppo di dati, fatti, riferimenti, aneddoti, citazioni e collegamenti, è lo stesso autore, che dice: “Avevo cominciato con l’intenzione di tracciare la storia del politicamente corretto e della cancel culture” con l’idea di “pubblicare un sassolino affusolato da lanciare nello stagno del presente. Ma man mano che mettevo nero su bianco le ricerche e le riflessioni accumulate negli ultimi anni mi rendevo conto di quanto” gli elementi in questione “fossero le affilate punte dell’iceberg di un movimento storico, ideologico e politico la cui efficacia e diffusione probabilmente non hanno paragoni storici”.

La profonda verità di tale assunto la vediamo dispiegarsi tutti i giorni nel nostro presente, in cui, solo per fare alcuni esempi, certe parole non possono essere usate e certe altre devono essere opportunamente modificate a creare una neolingua che, in una sorta di corto circuito dei fini, etichetta il “diverso” e limita la libertà di espressione (quando invece si propone di difendere presunti deboli e la loro possibilità di esprimersi). E ancora, su questa stessa linea, alcuni momenti della storia vengono riscritti secondo i dettami di ciò che il pensiero unico appunto del politicamente corretto impone e altri sono addirittura cancellati, con annesso abbattimento di statue e simboli che li hanno tramandati ai posteri e che nei secoli hanno rappresentato elementi valoriali e identitari di una Europa che, sotto i colpi di tali più o meno improvvisati censori, sta progressivamente morendo. Tutto questo peraltro avviene, come abbiamo già sottolineato, con buona pace della libertà, che degrada in qualcosa di molto diverso dal potersi esprimere secondo le proprie convinzioni: oggi, infatti, si è “liberi” soltanto di uniformarsi ai dogmi inviolabili del “pensiero unico”, articolati in dettami spazianti in ogni ambito dell’esistenza.

In questo senso appare palese che “politicamente corretto” e “cancel culture” sono termini ormai entrati nel vocabolario quotidiano, con sostenitori e detrattori degli stessi che si scontrano praticamente su tutto. Non molti però, da una parte e dall’altra, sono consapevoli del fatto che i fenomeni in questione hanno conseguenze assai profonde e radicali, peraltro ancora non del tutto manifestatesi. Conseguenze tra le quali spicca un già avvenuto, “grande ed inedito risultato antropologico: l’Uomo Residuo”. Che è quel che resta dell’essere umano dopo che gli scontri tra generi, popoli e generazioni, che recano la distruzione di ogni corpo intermediario tra l’individuo e il potere, avranno ridotto l’uomo ad un essere vivente solo e privo di identità culturale, artistica, religiosa e sessuale, senza alcun diritto di contestare alcunché. E la cosa peggiore è che l’uomo in questione, che “vivrà solo per affogare in bisogni artificiali, scambierà questo effimero momento per libertà. Triste e desolante – sottolinea Savioli – è il destino di ciò che rimane dell’Uomo, o meglio dell’Uomo residuo”. Quello del “vivi, consuma, crepa”. Quello con la testa piegata sullo schermo del suo cellulare, che va nel panico quando non è connesso, che si ritiene libero quando in realtà è avvinto da catene culturali, morali e mentali che lo radicano a terra senza alcuna possibilità di realizzarsi, individualista ad oltranza e vittima di dogmi auto-imposti che ne limitano l’essere e il pensiero.Conclude Savioli: “Il destino dell’Uomo è già scritto? Sarà inevitabilmente residuo? Se dovessimo esprimere una previsione osservando le potenti forze che sono all’opera, verrebbe naturale affermare che dopo l’Uomo residuo ci sarà un ulteriore degradazione fino ad arrivare ad un essere privo delle caratteristiche umane. Ma arrendersi è proprio da Uomo Residuo. Lottare per vedere il cielo, anche se la sconfitta è assicurata, è da Uomo”. Ecco perché bisogna combattere, ciascuno a suo modo, per difendere non solo la nostra personale essenza, ma anche la dignità e l’integrità dell’intera categoria umana. E se è vero che il primo passo di questa difficilissima “guerra” è comprendere quel che accade, il libro di Valerio Savioli è un’arma culturale potente. A disposizione di chiunque voglia riprendersi la propria (vera) vita.

Autore

Giornalista e scrittrice. Oltre ad aver curato volumi storici e raccolte di poesia (Tra le righe di Riccardo Di Giorgi, Ed. La Vela 2021), ha firmato biografie (Teseo Tesei, All'assalto della gloria, Idrovolante 2018; Adriano Visconti. Chi per la patria muor, vissuto è assai, Ritter 2019), saggi e racconti (tra essi: Dal pantano è nato un fiore. Maria Pasquinelli in Terra benedetta, Idrovolante 2020). In occasione del centenario della tumulazione del Milite ignoto a Roma, ha ideato il volume di racconti Ignoto Militi (Idrovolante 2021), realizzato insieme a Bianca Penna e ad altre autrici. Cultrice appassionata della storia d'Italia e degli Uomini e Donne che ne sono stati protagonisti, la studia con cura ed interesse e ne scrive con fini memorialistici e divulgativi.